Per comprendere la femminilità e la maschilità occorre innanzi tutto riferirsi alle caratteristiche fisiche dei due sessi e specificamente agli organi sessuali che li differenziano: il pene e i testicoli, la vagina, l’utero, le ovaie e le mammelle. Questi organi sono archetipi condensati nella materia, in essi ritroviamo, a livello somatico, tutte quelle funzioni e peculiarità che caratterizzano anche la psiche stessa dei due sessi. Gli organi sessuali sono il versante somatico dell’archetipo femminile e maschile.
La creatività, è una funzione biologica espressa dall’incontro dell’ovulo con lo spermatozoo. Tale incontro dà origine alla vita. L’ovulo fecondato dà origine all’embrione e questo per sopravvivere e crescere deve attecchire alla parete uterina. Qui verrà protetto e nutrito per tutta la gestazione.
L’atto della fecondazione ci dice molto sui tratti maschili e femminili. Lo spermatozoo deve essere mobile, veloce e determinato a raggiungere l’ovulo. Solo gli spermatozoi con queste caratteristiche hanno la possibilità di raggiungere l’ovulo e di penetrarlo. Questo atto richiede una certe dose di aggressività o di “energia verso”. Del resto anche il pene manifesta nell’atto dell’erezione una qualità aggressiva (da non confondersi con la violenza) e un principio di autoaffermazione. L’erezione, consente la penetrazione nella vagina, ma questo è solo il primo traguardo, poi lo spermatozoo deve raggiungere e penetrare l’ovulo.
Trasferendo ciò che fanno il pene e lo spermatozoo a livello psicologico, dovremmo trovare nella psiche maschile l’aggressività, l’attività, l’autoaffermazione, un’intelligenza sorretta da una mentalità motoria, come tratti dominanti e distintivi.
Sul versante femminile, in analogia con ciò che fa l’apparato riproduttore femminile troveremo, a livello psichico tratti come accogliere, covare pazientemente, nutrire, far crescere, prendersi cura, e un’intelligenza radicata nella sensibilità e nell’intuizione
Queste caratteristiche, sono tratti dominanti nella psiche delle donne e degli uomini, ma è importante sottolineare che in entrambi i sessi coesistono accanto alle proprie specifiche qualità anche, in misura minore, quelle dell’altro sesso.
Anche la donna possiede quote di energia aggressiva che informano la propria attività e il proprio bisogno di autoaffermazione. Anche l’uomo è capace di accogliere e di nutrire le sue relazioni.
Possiamo perciò dire che la femminilità e la maschilità sono tratti costitutivi di ogni identità, anche se dobbiamo riconoscere che la femminilità è presente in misura maggiore nella donna, e che la maschilità è presente in misura maggiore nell’uomo.
E’scontato e banale ma molto interessante notare che la fecondazione è un atto che richiede l’incontro delle due cellule maschili e femminili, solo il loro incontro produce un esito creativo.
Ciò accade anche nella nostra psiche: ad entrambi i sessi occorrono qualità maschili e femminili per creare una vita che ci faccia sentire creativi e in equilibrio. Un eccesso, così come una carenza, dell’uno o dell’altro aspetto creano sbilanciamenti e possibili patologie.
Una carenza di tratti maschili porta a problemi relativi all’affermazione di sé, all’autostima e all’indipendenza. Una carenza di tratti femminili porta ad un eccesso di razionalità, di attività, di durezza, ad una mancanza di sensibilità e di contatto emotivo. Questi eccessi o mancanze si declinano in vari gradi di disagi e sofferenze nei molteplici ambiti della vita: il lavoro, i rapporti di coppia e la sessualità, i rapporti genitori-figli, le relazioni sociali.
Soltanto un buon equilibrio fra le proprie componenti maschili e femminili rende possibile un atteggiamento fiducioso verso se stessi e verso la vita e un rapporto soddisfacente nelle relazioni.
Dott.ssa Maria Gurioli
Psicologa e Psicoterapeuta
Psicologa e Psicoterapeuta a Ferrara
Iscrizione Albo n. 409 del 14/11/1989
P.I. 01804291209